lunedì 13 maggio 2013

2 film e 2 giochi che credevo fantastici e che alla fine mi hanno fatto cagare


Che se uno dice:"Oh i due film sono Twilight e La Corazzata Potemkin e i due giochi Final Fantasy XIII e Dynasty Warrior 56" uno se lo aspetta pure il conato di vomito ma in casi come questi ci scappa anche la bestemmia perchè hai buttato un frappo di soldi per sciropparti ste quattro boiate.

Partiamo col cinema? Daje...

"Sto giro rivinco l'Oscar" - Si credici...

Flight, di Robert Zemeckis. Film candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale e miglior attore protagonista (Denzel Washington). Ovviamente all'Accademy il film di Robertone nostro non se lo sono filato di pezza. 
Abbiamo Denzel che fa il pilota ma non disdegna affatto alzare il gomito, tirare di coca e andare a prostitute prima di mettersi al comando di un areo che trasporta dozzine di passeggeri. 
Il giorno che succede un casino della madonna e l'aereo precipita il Capitano Whip passa da eroe perchè con una manovra da fantascienza riesce a salvare praticamente tutto il baraccone. Peccato che fosse totalmente ubriaco e fatto di cocaina.
Tutto il film è una spirale di decadenza e redenzione, un turbinio senza fine in cui il protagonista prima dice che diventa bravo e poi si riubriaca. Poi dice "Mobbastaveramenteperò!" ma alla prima tentazione ricomincia a bere e drogarsi.

Tutto questo però lo fa da anni e ci si domanda più volte, dubbiosi sul realismo del film, ma possibile che sta compagnia area non faccia mai nessun tipo di test o analisi ai suoi piloti? Ma vabbè...
Il resto del film è un'accozzaglia di personaggi appena abbozzati (come la ragazza tossicodipendente che FA LA MORALE a Whip quando fino a dieci giorni prima si era iniettata pure l'acetone) e una serie di lungaggini e spiegoni più o meno retorici, come il ridicolo finale. Quasi tre ore in cui la palpebra mi ha minacciato in più occasioni di crollare. Denzel tira fuori una prestazione sicuramente da ricordare, ma si era dimenticato che "Mr. Statuetta" Daniel Day Lewis era candidato nella sua stessa categoria....

E' proprio il caso di dirlo...

Stupido è chi lo stupido fa, Robert.


Sotto con l'altro "Wanna be" filmone:


Come un tuono, di Derek Cianfrance. Che uno dice:"Sto film c'ha un titolo della madonna, Bradley Cooper fresco nominato agli ultimi Oscar, quella figona di Eva Mendes e Ryan Gosling tutto tatuato e incazzato....Sai che c'è? Mi fiondo al cinema".

Ecco, siete caduti nella trappola di chi ha prodotto questo film. A parte il titolo originale (The place behind the pines), che non avrebbe attirato al cinema manco i pensionati del bocciofilo, il film ha l'arroganza di voler essere profondo e riflessivo, finendo, al contrario, per risultare vuoto e anche abbastanza morto di sonno.
Una metafora su come gli sbagli di una generazione si ripercuotono su quella seguente. E allora?
C'è la prima parte del film che fila via che è una meraviglia, pure se Bradley Cooper continua a essere espressivo come un inserviente delle Poste, la Mendes non si spoglia manco a pagarla e Ryan Gosling praticamente ricopia col trasferello il personaggio che lo ha reso famoso in Drive.
Solo che Drive era bello dall'inizio alla fine e pure il protagonista era bello incazzato dall'inizio alla fine.
Qui invece dopo i primi 45 minuti Gosling sparisce dallo schermo, non prima però di aver ballato con un cane:

No, non è uno scherzo

E allora il film scivola giù per la tazza del cesso senza che nessuno abbia la decenza di tirare lo sciacquone. Si galleggia in un loop senza fine di avvenimenti telefonati, noiosi e pure forzati. Il bello è che si galleggia per quasi tre ore verso un finale da pernacchie a scena aperta.
Ah, nell'arco dei quasi 20 anni in cui si svolge la storia nessuno dei protagonisti invecchia mai, solo la Mendes, che gode di un make-up da denuncia penale...


Ma buttiamoci sui videogame va, che almeno quelli ci danno soddisfazione. Magari...


"20 euri che becco il tizio sulla torre"

Aaaaah Crysis, il gioco per cui ho speso 1000 euri per ricomprarmi il PC e poterlo far girare al massimo livello di dettaglio. Peccato che il gioco scattasse anche con 12 GPU in sli. Ma era bello davvero, un fps free roaming ambientato in una giungla con indosso una tuta che ti fa correre come Bolt, menare come Bud Spencer e diventare invisibile come Pjanic in mezzo al campo.
Poi c'era Crysis 2 che ci catapultava in questa New York praticamente trasformata in una giungla, con tantissime possibilità di approccio agli scontri e la solita tuta ancor più figa.
In Crysis 3 (di cui potete leggere la recensione del sottoscritto qui link) cosa c'è? Un arco. Dal momento in cui prendete in mano l'arco potete pure dare il pad a vostro nipote di 4 anni che sicuro porta a termine il gioco nel giro di 5 ore.
Un colpo è abbastanza per mandare a dormire qualsiasi nemico. Risultato: la tuta non serve più a niente, le missioni durano pochissimo e hanno sempre gli stessi obiettivi e le ambientazioni fanno ridere i polli.
Crytek dichiara: "La grafica è il 60% di un buon videogame"....Pernacchie a scena aperta pure qui.


Mai visto Robocop coi capelli di Richard Gere?

Chiudiamo la rassegna con Metal Gear Rising (anche qui la mia recensione link). La saga stealth più famosa di tutte che si trasforma in un hack n'slash col protagonista che tutti i fan della serie hanno sempre odiato a morte. Mettiamoci che a circa metà del gioco il team di Kojima si è detto "ragà ma davvero sta merda andrà nei negozi?" E quindi hanno passato la palla a Platinum Game, che gli action li sanno fare bene. 
Sto giro però hanno fatto un pò un casino. Se mischi il caos di Vanquish, il combat-system di Bayonetta e una telecamera più idiota di quella di Ninja Gaiden, viene fuori sta roba qui. Un action in cui non ci si capisce praticamente una mazza, si fanno le combo a caso e per tutto il gioco non si capisce mai come utilizzare efficacemente il sistema di parata/schivata. Quando poi, per la milionesima volta, la telecamera di incastrerà tra un nemico e un muro e la vostra faccia assumerà questa espressione:


Prima di trasformarsi in quest'altra:


Non vorrete più sentir parlare di Metal Gear Rising, almeno per non rischiare un'embolia ad ogni scontro.
Però si puà tagliare praticamente qualsiasi cosa e ci stanno delle boss fight spettacolari, piene di quick time events e una storia che MIRACOLOSAMENTE (per gli standard Platinum) sta in piedi. Non è bella, sta piedi.
Era meglio il simulatore di affetta cocomeri.

mercoledì 8 maggio 2013

Iron Man 3: la ritardocensione



Che poi non sarebbe la recensione di un ritardato (fino a prova contraria)...E' solo che arriva un pò in ritardo tutto qui, gli imprevedibili impegni dati dalla disoccupazione non sono da sottovalutare.

Dunque, visto ovviamente nel classico 2D per preservare il bulbo oculare, questo Iron Man 3 può essere definito nel seguente modo: l'enciclopedia di come realizzare un film d'azione su un super eroe.
E non era affatto facile tirare fuori un filmone del genere, soprattutto dopo un primo capitolo eccezionale ed un secondo in tono minore (anche se a me era piaciuto molto, anche il capello unto di Mickey Rourke).

Finalmente dopo una vagonata di esplosioni (non che qui manchino, anzi) la sceneggiatura si preoccupa di dare uno spessore ai personaggi, a tutti i personaggi.
Troviamo quindi un Tony Stark più umano, tormentato dalle visioni degli accadimenti di New York che lo tengono sveglio a costruire un'armatura dietro l'altra e gli provocano preoccupanti attacchi di panico. Solo nella sua armatura si sente al sicuro. L'unione quasi simbiotica tra l'uomo e la macchina lo sta portando a perdere di vista se stesso e sta logorando il suo rapporto con Pepper, anche lei finalmente dotata di una personalità.
C'è poi il forte rapporto con War Machine e lo stravolgimento (esilarante) del personaggio del Mandarino, di cui vi risparmio pericolosi spoiler, e l'altro super-cattivo che è cattivo sul serio anche senza pappagallo sulla spalla.

    La bellissima Mark 38 "Igor" che purtroppo si vede soltanto per pochi secondi.
Esaltazione oltre il livello di guardia.


Ciò che però colpisce, a parte le scene d'azione al cardiopalma e qualche obbrobrio nel montaggio (che ha strappato più di una risata a me e alla mia diletta) è lo spessore morale e politico del film.
Se infatti i primi due capitoli non si preoccupavano granchè di invischiarsi in pericolosi meandri pseudo-intellettuali, questo Iron Man 3 affronta il tema della manipolazione genetica, del complotto interno, dell'amore, dell'amicizia e dell'inganno politico in maniera abbastanza matura e credibile, stando bene attento però a sdrammatizzare il tutto con la solita, irresistibile ironia di fondo.

Entrando nel tecnico, la regia di Shane Black è profondamente diversa da quella di Jon Favreau. Black segue i protagonisti da vicino e nelle scene d'azione risulta molto più risoluto e dettagliato del collega mangia lumache, senza mai venir meno alla spettacolarità. La quantità e la qualità degli effetti speciali è cresciuta in maniera esponenziale così come la violenza (mai visti così tanti morti "buoni" in un film sui super eroi).
E come dicevamo prima c'è questa sceneggiatura scritta da Dio che tiene intelligentemente le fila degli avvenimenti senza risultare confusionaria (ed il rischio era forte) o contorta e dando al contempo il giusto spazio ai personaggi e ai rapporti che li legano.

Il Mandarino Ben Kingsley, nuovo testimonial della Ray Ban

Non parliamo poi della carrellata di armature che ci spariamo nel finale perchè sarebbe troppo crudele rovinarvi una delle scene di combattimento meglio costruite degli ultimi anni.

Iron Man 3 insomma è un film perfetto, nella sua categoria. Un'inizio del secondo giro, senza passare dal via, dei super eroi Marvel da applausi. Sbagliatissimo pensare che sia il film più cupo e serioso della trilogia. Semmai è il capitolo più bello ed appassionante della trilogia, quello si.
In poche parole: l'esempio di come andrebbe concepito, sviluppato e girato un film d'azione.

P.S. Non perdete tempo in sala per guardarvi la scena dopo i titoli di coda. Piuttosto guardatevi i credits, quelli sono fantastici.

P.P.S. Robert Downey Jr. è Dio ma in qualsiasi altro ruolo non risulterà mai più credibile.