mercoledì 24 aprile 2013

I CD Rap della vita: quelli che non potete non spararvi in cuffia prima di morire

Ah la musica Rap. Quei tizi tutti incazzati pieni di gioielli pacchiani, donne succinte e tonnellate di sostanze stupefacenti a contorno. Ecco l'identikit base del rapper secondo chi il rap non lo ha mai sentito e soprattutto ASCOLTATO, nè lo farà mai dopotutto.
Il rap comunque è un tipo di musica particolare, che giustamente non tutti sono in grado di apprezzare. E' una musica che va ascoltata prima col cervello che con le orecchie e il cui linguaggio (il più delle volte) volgare può turbare soltanto l'animo degli imbecilli, che nella vita di tutti i giorni sentono cose certo ben peggiori che parole tipo "cazzo", "figa" o "vaffanculo".
Denuncia sociale? Autocompiacimento? Attacco al potere? Semplice divertissement in rima?
Il rap è tutto questo messo insieme.
Dunque andiamoci a vedere quali sono i dischi rap (ITALIANI) che nessun appassionato può mancare...E sopratutto quelli che a me sono piaciuti un casino:


Strade di Città - Articolo 31 (1994)

Disco d'esordio per il duo milanese composto da J-Ax e Dj Jed. Uno dei primi (se non il primo in assoluto, scartando quelle cagate di Jovanotti degli esordi per manifesta idiozia) dischi RAP autentici usciti in Italia. Basi di un certo livello e sopratutto rime di un certo livello, prima della virata degli Articolo verso un nuovo modo di concepire il rap, un pò lontano però da quello convezionale. "Nato per rappare" è da scuola del rap.



Mr. Simpatia - Fabri Fibra (2004)

Secondo lavoro personale di Fabri Fibra dopo Turbe Giovanili (decisamente non apprezzato dalla critica di allora) sotto etichetta indipendente. Da molti considerato come l'album rap per eccellenza e l'unico lavoro valido del Tarducci nazionale (mai considerazione fu più sbagliata e fuori luogo a mio avviso).

Uno di quei dischi che attaccano tutto e tutti: rime taglienti, scomode, disturbanti tanto quanto la copertina (che causò non pochi problemi di distribuzione). Un rapper che per primo riconosce la sua sfiga e che si auto-cita nei suoi pezzi. La Gold Edition include il DVD del live del 2004, una chicca imperdibile per tutti i fan di Fibra.





Figlio di nessuno - Coez (2009)

Primo lavoro di un certo livello per il rapper romano dei Brokenspeakers. Un disco cupo a volte persino deprimente ma con un'infornata di rime di altissimo livello e di temi familiari a tanti ragazzi della periferia romana (e non solo ovviamente) cresciuti in un ambiente difficile come la Capitale. Ricco di citazioni cinematografiche e cartoonesche, Figlio di nessuno stabilisce da subito un legame con l'adolescenza di tutti e svela il presente difficile di un artista che non riesce a esplodere nonostante il suo enorme talento. 






Thori e Rocce - Prod. Don Joe e Shablo (2011)

Gigantesca reunion di leggende e giovani promesse del settore ma anche di rapper che, per volontà o sfortuna, sono rimasti nella scena underground. Grandi collaborazioni, grandi nomi, grandi basi...Insomma grande disco rap.  A spingere il successo del disco ovviamente la traccia-bomba "Le leggende non muoiono mai", uno spot più che esplicativo degli intenti di questa produzione dei DJ Don Joe e Shablo. Un formidabile showcase.



Machete Mix Tape Vol.I  (2012)

Altro sandbox di artisti rap, stavolta totalmente appartenenti alla scena underground. Non mancano mostri sacri del settore come Bassi Maestro e alla fine della fiera ne esce un disco incazzato come pochi e qualitativamente superlativo. La strofa di Gemitaiz in "King's Supreme" l'avete mai sentita? Provate a stargli dietro.



King del Rap - Marracash (2011)

Ultimo lavoro da solista di Marracash dopo "Fino a qui tutto bene" e dopo aver lasciato i Club Dogo. Disco largamente dedicato all'autocompiacimento per il successo raggiunto ma sempre con l'autoironia e la valanga di citazioni, auto-citazioni e giochi di parole esilaranti (oltre che geniali) che ha sempre caratterizzato il rapper nativo di Cipro. Un disco divertente e divertito cui non mancano però spunti di riflessioni interessanti sulle contraddizioni del successo. Fantastica la traccia in collaborazione con Fibra e Jake la Furia "Quando sarò morto".



Il sogno eretico - Caparezza (2011)

Partendo dal presupposto che Caparezza è uno di quegli artisti che o lo ami alla follia o lo odi a morte. A me personalmente non è mai piaciuto poichè non si avvicina al mio "stile" di rap preferito. Non si può però non ammirare "il Capa" per questo sogno o per meglio dire incubo. Un disco che mette a nudo tutto il marcio della nostra bella Italia con sottilissime metafore ma anche in maniera diretta, senza peli sulla lingua. Il prototipo di rap come denuncia sociale. 



Haterproof - Gemitaiz e MadMan (2011)

Forse una delle collaborazioni più riuscite della scena rap italiana, che dura ancora oggi. Il duo romano/milanese sforna un disco tecnicamente perfetto, dalle metriche alle basi. I due giovani rapper sono dotati di un flow fuori dal comune e sembrano nati per rimare insieme. La voglia di sfondare e la volontà di non allontanarsi troppo dalle proprie radici  sono la ricetta del successo di questo duo esplosivo. Include l'attesissima "Veleno pt.III". "Er veleno non finisce mai"!



RapStar - Fabri Fibra e Clementino (2011)

Primo album in collaborazione in assoluto per Fibra che sceglie Clementino per realizzare questo ambizioso progetto. Collaborazione nata "al volo" durante un live a Nola dove hanno suonato entrambi. Incontratisi poi nel backstage è stato un colpo di fulmine. Subito fuori con "Chemical Brothers" e di lì a poco con l'interno disco. L'esperienza e il carisma di Fibra uniti al flow dirompente, con influssi napoletani, di Clementino compongono un mix esplosivo che da vita ad un album memorabile. A parte il solito, grandioso show di Fibra non possiamo non dire che Clementino è un vero fenomeno. Disco d'autocelebrazione ma anche di riflessione che mette in comparazione il rapper arrivato e quello di periferia in rampa di lancio. "La luce" è indimenticabile.



Ovviamente sono rimasti fuori dal listone un sacco di altri album magnifici che per limiti di spazio e tempo non ho potuto inserire. Potete comunque commentare qui sotto e spararmi i vostri cd preferiti, sapendo però che il primo che mette un disco di Frankie NRG riceverà a casa una tessere d'iscrizione al PD. 

Esatto, era una minaccia.

martedì 23 aprile 2013

Sukiyaki Western Django: il sushi western che fa un minestrone di spaghetti western




Quando sei un appassionato di spaghetti western alla fine ti incuriosiscono anche tutti quei film che gli rendono omaggio, come Sukiyaki Western Django, che buttato lì, dentro un cestone dell' Expert insieme ai vari Twilight, mi faceva un pò pena. Quindi, con appena 10 euri, me lo sono portato a casa.

Il regista è quel Takashi Mike che in patria è considerato un pò un guru, dispensatore di filmetti violentissimi e pieni di gente che salta e tira calci in bocca a chiunque. Evidentemente Quentin Tarantino ne deve essere un grande estimatore (che a lui i film dimmerda orientali piacciono e pure parecchio) visto che in Sukiyaki Western Django si presta a fare la divertente prefazione del film, che sembra più una scena teatrale che cinematografica, con tanto di fondali di carta pesta.

No, sul serio.

E comunque tutta la pellicola è un continuo loop di citazioni dei mostri sacri del genere. A partire dalla trama che vede questo pistolero misterioso arrivare in un villaggio del Nevada (che non si sa perchè è stato colonizzato dai giapponesi) dilaniato dalla guerra fra due clan rivali: i rossi Heike ed i bianchi Genji, che sembrano in tutto e per tutto i Rojo e i Baxter di Per un pugno di dollari di Sergio Leone, che era stato ispirato a sua volta da La sfida del Samurai di Akira Kurosawa.
E ci sta la bara che contiene la gatling come nell'originale Django di Corbucci, la Smith & Wesson col calcio per fucile di Lee Van Cliff in Per qualche dollaro in più e un sacco di altri rimandi al western di casa nostra.
E poi? E poi basta, c'è qualche poveraccio che crepa in maniera esilarante e  una trama incasinatissima che si regge in piedi con lo sputo e che a un certo punto si fa fatica a seguire per quanto si trascina stancamente verso il finale. Finale che propone un tutti contro tutti davvero divertente, va detto.
Per il resto c'è la regia di Mike che propone sicuramente delle soluzioni originali e visivamente d'impatto, una fotografia d'eccezione ed il fatto che tutto il film non si prende molto sul serio, anche perchè non ne avrebbe proprio diritto, con tutti quei personaggi che sembrano usciti fuori da un cartone animato di Super 3 e quei dialoghi che li avrebbe scritti meglio uno sceneggiatore di Cento Vetrine.

Insomma se siete dei cultori dello Spaghetti Western, questo visionario omaggio di Takashi Mike ai miti del nostro cinema non potrà che piacervi o almeno divertirvi, anche perchè vi farà capire che i giapponesi a recitare non sono proprio capaci...


Quello che invece io non ho capito è il perchè nel finale comincia a nevicare da un momento all'altro e nell'arco di un paio di minuti tutto il set è imbiancato come la mattina di Natale.



Dannato clima del Nevada!

lunedì 22 aprile 2013

Il primo post deve essere il più nerd possibile: Ubisoft e la sua politica delle Limited Edition

Non vi preoccupate. Questo blog nasce soltanto dall'esigenza di rendere partecipi quanti più amici/conoscenti/detrattori/nullafacenti possibili sulle ultime infornate di film, videogame e altre (non necessariamente) nerdate di cui qualsiasi testa di quarzo della rete può parlare. Però oh, ci sta gente che ci campa alla grande quindi ci provo pure io che c'è crisi e poi alla gente piace vedere come butti i soldi, così magari possono prendere ispirazione per buttare anche i loro....

Dunque, si diceva nel titolo: Ubisoft e la sua politica sulle limited edition.

Si sa che da quando è stato lanciato il primo Assassin's Creed, quei simpaticoni francesi hanno scoperto di avere tra le mani LA gallina dalle uova d'oro. Insomma il gioco è divertente, nonostante ogni capitolo che esce faccia gridare alla minestra riscaldata. Mettiamoci pure che la trama si presta facilmente alla pubblicazione di infiniti spin-off, prequel e pseudo-sequel ed il gioco è fatto. Ogni capitolo vende più del precedente ed ogni capitolo sembra avere più edizioni limitate di quello precedente. Ripercorriamo velocemente le tappe di questo figliare di limited:

Assassin's Creed (2007): Edizione standard
                                       Edizione Speciale
                                       Pre-order Edition

Assassin's Creed II (2009): Edizione standard
                                          White Edition
                                           Black Edition
                                           Film Edition

Assassin's Creed Brotherhood (2010): Edizione standard
                                                           Codex Edition
                                                           Da Vinci Edition
                                                                   

Assassin's Creed Revelations (2011):  Edizione standard
                                                          Collector's Edition
                                                          Animus Edition
                                                          Templar Edition

Assassin's Creed III (2012): Edizione Standard
                                            Join or Die Edition
                                            Freedom Edition

Ora, come possiamo ben notare abbiamo almeno 3 edition per ognuno dei titoli elencati, i prezzi vanno dai 70 euro delle standard ai 100 di quelle limitate.
Se pensiamo poi che quasi ogni titolo è stato arricchito da una media di 2 DLC a pagamento non possiamo non premiare Ubisoft con l'award "Miglior Mungitore della Generazione".
Non che stiano lì a puntarci una pistola alla tempia intimandoci di acquistare la limited più prestigiosa o tutti i DLC ma sono certo rei di indurre in tentazione i poveri nerd/collezionisti che sbavano anche davanti ad una misera statuina plasticona.
Io dal canto mio ho optato sempre per la limited più costosa ed esclusiva, che se devi fare la minchiata almeno la fai fatta bene. Addirittura per Revelations, il capitolo più annoiato e annoiante delle serie, ti sei acquistato una double feature: Animus più Templar Editon...Che avere l'enciclopedia e la statua di Ezio impellicciato non è mica da tutti.

Poi quando le rivedo sulla mensola mi capita di pensare a quanto ho speso e un brivido freddo mi corre lungo la schiena, facendomi ripromettere che al prossimo Assassin's Creed (che ormai ne fanno un all'anno come i Governi in Italia) non spenderò tutti quei soldi, sperando che Ubisoft rinsavisca e non butti sul mercato una mezza dozzina di limited edition una più faiga dell'altra.





Appunto.


P.S. Tanto per chiarire la mia posizione: ho ordinato la Black Flag Edition, 149 flauti. Non fate quella faccia...Volete mettere esporre il Capitano Kenway con tanto di prua della nave (con le proporzioni tutte sballate ma chissene...) piuttosto che attaccato a un palo come una lapdancer di periferia? Eddai su!

P.P.S. Che poi mica escono 14 Limited Edition per ogni titolo Ubisoft...





WTF!!??