sabato 22 giugno 2013

La veramente vera recensione di The Last of Us


Dite la verità, quella sfilza di 10 hanno infinocchiato anche voi. Io ammetto che, per la prima volta, mi sono fatto influenzare da tante recensioni così entusiastiche e da quella vagonata di perfect score.

Questa però è la recensione vera su The Last of Us, che viene da uno che possiede entrambe le console e che per il gioco in questione ha speso 100 euro comprando la Limited Edition (carina tra le altre cose).

Sono al di sopra di ogni sospetto ora? Bene. Sonari fatevi il segno della croce.


The Last of Us parte col botto, non c'è che dire. Erano anni che un gioco non aveva un incipit così duro e coraggioso. Il preludio per una delle storie più belle della generazione? Macchè, vi piacerebbe...

La storia di TLOU è un accozzaglia di situazioni viste e riviste in altri videogame (Uncharted, mmm guarda un pò) e serie TV (The Walking Dead). I colpi di scena che vorrebbero farti saltare dalla sedia non è che sono telefonati, passano sotto casa, suonano il clacson e vengono a citofonarti.
I due protagonisti sguazzano nell'anonimato per tutta l'avventura. Joel è il più classico dei morti di sonno, uno di quelli che prima fa tutto il duro e poi fa tutto quello che gli dicono come un cagnolino. La ragazzina Ellie cerca di darsi un tono lanciando una parolaccia di tanto in tanto in mezzo alle frasi da cioccolatino che ripete ogni 3X2 ma è ampiamente insopportabile per tutta l'avventura.
E quindi si va avanti così per tipo 10/12 ore, aspettando la svolta che non arriverà mai e faticando a tenere su entrambe le palpebre tra scenette insignificanti e dialoghi al limite del ridicolo.

Vedi quelli lì? Sono i coglioni che si aspettavano il gioco del secolo...

Ma dici, mica tutti possono mettersi a competere con Irrational Games no? Eh infatti...Vediamo se sto gioco è divertente almeno. 
Ve lo dico subito: manco per la fava.

The Last of Us è lento, lento come la morte. E' un action adventure di quelli prevedibili come pochi. 
Libertà di scelta zero: c'è sempre solo una strada da seguire nonostante alcune location siano molto generose in quanto a dimensioni. 
Il level design per quanto ispirato (ma talvolta un pò riciclato tra una location e l'altra) offre davvero troppe possibilità di nascondiglio, alcuni ripari sembrano veramente piazzati in mezzo ai percorsi per dire "Ehi ciccio, nasconditi qui che tanto esce fuori qualcuno".
L'esplorazione è tra le cose più noiose che ci possa essere: obbligare il giocatore a girarsi chilometri di mappa per cercare risorse senza mettergli davanti alcun pericolo; vi capiterà di esplorare case, cantine, soffitte, garage e altre strutture senza incrociare nemmeno l'ombra di un nemico.
Di fatto non c'è mai il fattore sorpresa in TLOU: se ci sono nemici in vista la musica di sottofondo o le urla dei nemici lo sottolineano e tu ti metti in guardia, puoi pure avvisare mamma a casa che fai un pò tardi perchè hai incontrato gli zombie per strada e di aspettare a mettere la pasta. 

Tra i vari infetti potreste anche incontrare Beppe Grillo. Ditegli che avete votato il suo movimento o vi attaccherà.

Le missioni sono sempre le stesse, anzi è praticamente SEMPRE LA STESSA MISSIONE: vai da un punto A ad un punto B (in mezzo recupera questo o quell'altro oggetto).
La collaborazione con la ragazza è ridotta all'osso: aiutala ad attraversare, aiutala e salire, aiutala a fare i compìti, aiutala a spazzolare i capelli.
L'unica cosa che si salva? L'intelligenza artificiale. Perchè va detto: nemici umani ed infetti vi danno la caccia come se non ci fosse un domani, rendendo ogni scontro molto teso vista anche la mancanza di proiettili....Per la prima ora di gioco. Dopo pochissimo infatti potrete trasportare nel vostro zainetto da campeggiatori un arsenale che manco Schwarzenegger sul gommone in Commando era riuscito a portarsi dietro. Pure le munizioni si troveranno a frotte e da lì in avanti non dovrete temere alcuno scontro, visto anche che Joel in corpo a corpo fa delle vere e proprie stragi, manco fosse Nathan Dr...ops!

E allora cos'ha di originale TLOU? Il crafting? La sensazione di sopravvivenza? Manco per la ceppa. 
Tutto ciò che di survival vedete nel titolo Naughty Dog c'era già ed era reso anche meglio nel piccolo grande capolavoro di Ubisoft: I Am Alive (di cui potete leggere la recensione del sottoscritto).
D'altro canto il "talento" di Naughty Dog è sempre stato questo, in questa generazione: arraffare qualche buona idea altrui, mescolarla e tirarci fuori il proprio blockbuster. Così, come se i tre Uncharted (tutti uguali) non fossero stati abbastanza i sapientoni hanno ben pensato di tirare fuori sta roba qui, che non è il Messia che tutti quanti aspettavano, anzi....

La verità è questa: The Last of Us è una GIGANTESCA PRESA PER IL CULO. Una presa per il culo portata sapientemente avanti da Sony però che ha trollato praticamente tutto il mondo con questo screen qui:

SECCHIONE SECCHIONE SECCHIONE!

Comunque sia non mi sento di mettere in croce Sony per un'operazione di marketing così magistrale, anzi. 
Il mio più profondo disprezzo va a tutte quelle testate che si sono prestate a questa pantomima verso un gioco che di Capolavoro non sente nemmeno l'odore da lontano, anzi, per quanto mi riguarda sfiora anche il flop se rapportato alle aspettative stratosferiche che si portava dietro da quasi due anni.


P.S. Il titolo suggerisce un profondo senso di sopravvivenza, direte. Macchè, il titolo vuol dire solo che i protagonisti portano una sfiga tremenda visto che SPOILER: chiunque si unisca a loro ci rimane secco.

P.P.S. Ellie, una ragazzina di 14 anni con la magliettina rosa e la coda di cavallo, a un certo punto (DAL NULLA) diventa Clint Eastwood.

P.P.P.S. Graficamente il gioco merita. Le musiche, invece, fanno cagare.

2 commenti:

  1. Te sei un tipo da Sparatutto si vede, screditare questo gioco è come dire che Totti è scarso ;)

    RispondiElimina