lunedì 18 novembre 2013

JOBS: Quando gli acidi ti danno lo sprint per creare mmmh la Apple


Questa recensione era stata pensate per essere pubblicata sul sito dove sono stato "assunto" per scrivere in maniera seria, non per cazzeggiare come faccio qui di solito (sempre meno spesso purtroppo) quindi mi spiace se non ci ho infilato dentro la solita dose di humor irresistibile. Purtroppo però sono ancora un novellino, giochi di potere, era una recensione troppo ambita...GOMBLOTTO. 

Io l'ho scritta lo stesso e quindi ve la beccate, tiè!

P.S. Chi vi scrive è un accanito detrattore della Apple a cui, tuttavia, il film è piaciuto abbastanza...Lo Steve Jobs di Ashton Kutcher è un'ispirazione, non solo per il cinema.


Jobs di Michael Joshua Stern

Steven Paul Jobs è un universitario del Reed College di Boston, scapestrato e visionario il buon Steve si rende conto, dopo solo un semestre di università, che quel mondo gli va stretto, che non c’è creatività in quell’ambiente. Motivato dalla sua sconfinata ambizione e da sostanze non proprio lecite, Steve lascia l’università per inseguire un sogno: cambiare il modo di vivere delle persone.
Inizia così Jobs, l’atteso biopic sulla vista del creatore della Apple, oggi l’azienda  informatica numero 1 al mondo. Raccontare i 20 anni più importanti della carriera di Jobs, dagli inizi nel garage della sua famiglia, dove, di fatto, fondò la Apple Computer insieme all’amico programmatore Steve Wozniack (vero e proprio genio dell’informatica), fino alla consacrazione della sua azienda come multinazionale, passando per l’estromissione dall’impero che lui stesso aveva creato ed arrivando al rilancio che salvò l’azienda dal fallimento.
Tanta, troppa roba per essere compressa nelle sole due ore di proiezione. Un film che scorre via veloce dopo un inizio convincente ma che, comprensibilmente, è costretto a piantare il piede sull’acceleratore nell’intento di raccontare i passaggi fondamentali della vita di Steve. I cultori della “mela” avranno sicuramente apprezzato il riassunto e si troveranno pienamente soddisfatti della visione. Tutti gli altri faticheranno a cogliere tutti i molteplici avvenimenti che hanno influenzato la titanica impresa di Jobs per portare la Apple ai vertici dell’economia mondiale. La “colpa”, se così possiamo definirla è della sceneggiatura dell’esordiente Matt Whitteley, cui spettava il ruolo più difficile. Lo script fa il suo dovere quando deve raccontare fatti noti ai più: le origini del progetto Apple 1, la svolta dell’Apple 2, la fenomenale entrata in borsa della società, l’estromissione di Jobs dalla sua stessa azienda ed il trionfale ritorno per salvarla dalla bancarotta. In mezzo però ci sono particolari importanti che non vengono approfonditi, uno su tutti lo Steve uomo fuori dall’azienda, il difficile rapporto con la sua famiglia, che vediamo in una sequenza brevissima soltanto alla fine del film, la fondazione della Next, l’azienda di software che fondò dopo essere stato dimesso da amministratore delegato della Apple ed il fondamentale sodalizio con Bill Gates, prima nemico giurato (dopo il “furto” dall’architettura del sistema operativo pensato per il Macintosh, altro avvenimento estremamente più complesso di come è stato invece raccontato nel film) e poi alleato fondamentale per il rilancio della società. Tutti passaggi cruciali che sono stati estromessi dalla pellicola per fare spazio ad un one man show di un impressionante Ashton Kutcher, autore di una prova che rimarrà nella storia del cinema (nonostante una camminata fin troppo caricaturale e "quello sguardo" a volte troppo ricorrente).
Tutto questo dimostra che Jobs era e rimane un film pensato per la folta schiera di cultori della Apple, di tutti coloro che conoscevano per filo e per segno gli avvenimenti del film e che non aspettavano altro che un appassionato tributo al loro idolo di sempre, all’uomo che, di fatto, ha cambiato il modo di vivere delle persone.  E’ proprio qui che il film rimane interlocutorio e forse “incompiuto”: per tutta la sua durata si riesce a comprendere la genialità del protagonista, il suo carisma e l’importanza della sua presenza e delle sue idee per chi alla Apple faceva il lavoro di tutti i giorni. 
Non sono mai chiare invece le reali innovazioni che Jobs ha portato nei progetti più importanti della sua azienda. Tutto il film ci tiene lontano dagli schermi di computer per farci invece entrare in simbiosi con  il protagonista. Obiettivo centrato in pieno. Il magnetismo ed il talento di Ashton Kutcher riescono, per la maggior parte del tempo, a distogliere l’attenzione dalle evidenti lacune della pellicola, aiutati sicuramente dall’ottima regia di Joshua Michael Stern (che ogni tanto si lascia andare all’abuso di piani sequenza) e da un montaggio serrato in grado di tenere alto il rimo del film. Menzione d’onore per il casting: nonostante l’utilizzo di attori non proprio famosissimi, la loro somiglianza ed il loro impegno contribuiscono a rendere credibile la pellicola. Pellicola che ha il pregio di terminare al momento giusto, nel modo giusto, senza voler per forza giocare su stucchevoli sentimentalismi ed evitando di arrivare ai giorni della malattia di Steve Jobs. Il film ci lascia con uno Steve di nuovo padrone del suo sogno, era giusto così.

Jobs rimane comunque un prodotto indirizzato ad un certo target, ad un pubblico di riferimento ben preciso. Un film sicuramente da vedere, anche solo per godersi la performance di un attore (Kutcher) che raggiunge forse l’apice della sua carriera e soprattutto per conoscere, a grandi linee, la storia di uomo che dal nulla è riuscito a dar vita ad un sogno.

Flop al botteghino in America, molto strano. In Italia andrà sicuramente meglio...Anzi no, andranno tutti a vedere Sole a Catinelle (Zalone Dio).

domenica 20 ottobre 2013

ORFANI: Bonelli a colori, Halo su carta


Quando gli unici fumetti che hai letto (completamente) sono stati DragonBall e Ken il Guerriero, alla fine è fisiologico il bisogno di una nuova serie di giornalini che possano catturare la tua attenzione, tra un film e una sessione col pad in mano.
Così, leggendo un pò di opinioni sul social blu, in giro per la rete, su qualche forum, compro questo primo volume di ORFANI, questa nuova serie a colori di Bonelli editore, che dopo 85 anni di Tex e Dylan Dog forse si sono resi conto anche loro che c'era da tirar fuori qualcosa di nuovo. Ecco qui sta la paraculata dei Bonelloni nazionali: cosa tira più di un fumetto oggi? Un videogioco. Eccovelo qui allora.
Si perchè ORFANI non è altro che Halo, in tutto e per tutto, quasi. Diciamo che gli strizza tutti e due gli occhi, gli sculetta davanti e lo invita a salire su casa per vedere la collezione di francobolli.

Gli Orfani vengono leggermente drogati durante l'addestramento (questo si evince nel numero X del fumetto, che trovate aggratise in tutti i GameStop). Un pò come i giocatori della Giuventus dei tempi d'oro...

Fine del mondo, gran parte della popolazione mondiale si è estinta insieme a questa esplosione, che non è un esplosione causata dalla caduta di un meteorite. Una misteriosa razza aliena ha deciso di attaccare la terra, così, a random. Per qualche assurdo motivo sono sopravvissuti soltanto dei ragazzini di non più di 12 anni. Loro sono l'ultima speranza dell'umanità. Di fatto vengono subito inseriti in un programma di addestramento brutale, alla Hunger Games per capirci, atto a farne dei soldati di livello superiore, un pò come gli Spartan della dottoressa Halsey. Già da questo abbozzo di trama si capisce la natura fortemente Bunginiana di questo fumetto, ci stanno pure le truppe d'assalto normali sfigatissime che non ci capiscono una mazza appena c'è da sparare due colpi, tipo l'esercito ODST. Senza parlare di questi super soldati che vengono fatti riposare come? Ibernandogli come Master Chief ovviamente.
La questione è: la cosa funziona? Oh alla fine della fiera mmmm si dai, voglio dargli fiducia. La parte iniziale di descrizione dell'apocalisse è sintetica e sobria, leggermente più dettagliata quella dell'addestramento degli Orfani. La storia è narrata su diversi piani temporali e questo lascia intendere che scopriremo maggiori retroscena sul passato dei protagonisti nei prossimi numeri, percorrendo la storia su due linee temporali parallele (o almeno spero). E' tutto centellinato in questo primo numero, come nella prima puntata di una nuova serie TV (che poi è l'impostazione con cui verrà serializzata la collana). che deve accalappiare nuovi seguaci facendogli venire la bava alla bocca.

Pistolero è l'unico Orfano col burka

I disegni di Emiliano Mammucari hanno un tratto deciso e dei colori ben definiti. Sono davvero belli, nonostante l'artwork dei nemici alieni ricordi un pò quello di un pokemon sfigato (e speriamo che siano soltanto le truppe di ricognizione altrimenti la serie può finire anche con questo numero) e quello delle armature degli Orfani ricordi un pò tanto quelle degli Spartan. Però oh, l'abbiamo detto all'inizio che l'ispirazione è chiaramente quella.
I dialoghi curati da Roberto Recchioni sono abbastanza curati da farti entrare subito in contatto con la realtà dei protagonisti, pure se i soprannomi che questi si danno non sono esattamente il massimo, speriamo si chiamino Pistolero, Eremita, Boyscout ecc ecc soltanto in questo numero.
Insomma pare tutto messo lì per attrarre i fan dello sparatutto più famoso della galassia ma non solo. Diciamo che è tutto messo lì per ammiccare ad un videogiocatore abbastanza colto da apprezzare una saga fantascientifica piuttosto matura e (speriamo) complessa, che normalmente sarebbe apprezzata soltanto dai nerdoni patiti di fantascienza matura e complessa.

Insomma ci piace? Per il momento ci piaciucchia...almeno ci incuriosisce abbastanza da farci attendere il secondo numero e comprarlo tipo subito? Quello si. 

Prezzo consigliato 4.50 euro, 98 pagine tutte a colori. Non tantissimo ma nemmeno poco. Ci proviamo. Vogliamo crederci. Andiamo a prenderci la coppa!

martedì 8 ottobre 2013

Tutto quello che vi siete persi (Recap post crisi esistenziale)


Torno a scrivere sul blog dopo parecchio tempo, dopo una crisi creativa che mi accompagna ormai da parecchi mesi e che mi impedisce di mandare avanti progetti con una certa regolarità, questo blog compreso. Il così detto "blocco dello scrittore", una forma di stitichezza amanuense che mi ha impedito di tenervi aggiornati su tutto quello che avreste dovuto vedere, giocare, comprare negli ultimi mesi...

Ci rimettiamo in pari? Rimettiamocici:

Dunque da cosa vogliamo partire? Cinema, televisione, videogame 'AAAAAAA MAGGICA?

Giusto due parole sulla banda Garcia allora va...

I'm sexy and you know it!

Sette partite, sette vittorie. Venti gol fatti, uno solo subito. Derby stravinto, tutti a casa. La coppa in faccia embè?
Questa Roma mette paura, non solo perchè schiera INSIEME quei gran bei ragazzi di Strootman e Gervinho, non solo perchè De Rossi si è ricordato di essere un giocatore del giuoco del calcio, non solo perchè se la difesa non fa il suo lavoro De Sanctis gli uccide la famiglia a tutti, non solo perchè c'abbiamo lì davanti il giocatore più forte di tutta la storia dell'uomo. Questa Roma mette paura perchè....Bho, non lo so manco io. Non si ha più la sensazione di perdere con chiunque, anzi, se il Real o il Barcellona si trovano a passare magari diamo 3 pere anche a loro che ne sai? Ora tocca al Napul'è, che coi suoi mille colori e le sue mille paure sembra una delle poche squadre che può tenerci testa. Li aspettiamo sulla porta, con i contenitori della differenziata per mettergli più paura possibile.

Poi che più? Ah già, per il mio compleanno (che cade di 23 Luglio, se volete segnarvelo e farmi un regalo non mi offendo) tutti i miei amici più carissimi mi hanno regalato il cofanetto con tutte e 6 le stagioni dei Soprano. Con la mia consorte ce le siamo sparate tutte in tipo due mesi, 86 episodi, eravamo diventati due zombi drogati di mafia e ziti al ragù. Dopo The Shield indubbiamente è la serie meglio scritta e meglio recitata che abbia mai visto, anche perchè sono le uniche che ho mai visto. Avevo iniziato a vedermi Hannibal su Italia 1 ma il fatto che ormai infilino Laurence Fishburne praticamente ovunque mi ha urtato un pò il sistema nervoso. Magari sostituirà pure Banderas alla pubblicità del mulino chi te lo dice...Somma tristezza se penso che non vedrò mai più James Gandolfini recitare. Piango.

"Che? Un altro telefilm? Oh cazz.....Ok ok finisco la trifacciale e arrivo, cagacazzi!"

Prima di chiudere col cinematografò buttiamoci un pò sui videoGGiochi. Partiamo da GTAV? No, partiamo dal ritorno di Sam Fisher.

Splinter Cell Blacklist è un gioco clamoroso, poco da dire. Tutte le buone idee di Conviction (e di Ghost Recon Future Soldier, vedi il drone) sono rimaste ad arricchire un gameplay che ne sopprime le magagne tornando alle origini e riproponendo uno stealth puro, di quelli duri, di quelli che se una guardia ti scopre a scavalcare un muro che non devi, ad aprire la dispensa dove tengono la birra o se anche solo ti sentono camminare con un passo appena più svelto perchè ti sei stancato di esplorare la mappa per memorizzare i percorsi delle guardie (che tanto cambiano ad ogni reload), chiama i suoi amici e ti fa il culo in tre secondi e se non ti trovano subito sguinzagliano i cani o peggio dei mini-droni esplosivi. Stealth Game della madonna, cooperativa da sbavo, Spie vs Mercenari scimmiante ma pure istigante alla bestemmia. 

Comunque sia GRAZIE TOM. Il mondo dei videogiochi ti è grato. Riposo soldato.

Signori come questo qui sopra arricchiscono il mondo dei videogiochi, non David Cage e le sue stronzate, per dirne uno.

Ora si che possiamo parlare di GTAV, gioco che ho anche recensito insieme ad altri due colleghi, per rinfrancare il tema della trinità che permea il titolone Rockstar.
Il voto che magari avete letto nella recensione non è necessariamente quello che io darei al titolo. Intendiamoci: è il GTA più grande di sempre, nessuno saprebbe fare di meglio a livello di offerta ludica. Cosa non mi ha convinto? Cosa non mi ha fatto amare alla follia GTAV quanto gli ultimi giochi Rockstar? La storia. La caratterizzazione dei personaggi è perfetta: Michael, Franklin e Trevor sono tre personaggi a dir poco fantastici, ognuno con una storia interessante da raccontare. Il problema è che non sempre coinvolgere tutti e tre nella stessa avventura risulta funzionale ai fini della trama principale ed il tutto alla fine sfocia in tre finali che ti lasciano un pò così, con l'amaro in bocca, perchè non portano a compimento la trama costruita intorno all'esplosivo trio fino a quel momento. Peccato, rimane soltanto un capolavoro. Poteva essere IL capolavoro.

Chiudiamo, come promesso, col cinematografò....Anche perchè dalla regia mi dicono che è pronto il minestrone di riso.


Bene, l'ultimo visto al cinema è Gravity, di Alfonsone Cuaròn, l'uomo che ripudia il montaggio in ogni sua forma. Gravity però è semplicemente il film più bello ed emozionante dell'anno, di quelli che gli Oscar principali non li vincono sicuro, (quelli vanno a pipponi in stile Argo e The Hurt Locker) ma che la gente quando esce dalla sala dice "ME COJONI". La sceneggiatura potevo scriverla anche io: Geroge Clooney è il comandante veterano in una missione spaziale dove invece Sandra Bullock è la novellina di turno. Succede un casino, salta in aria tanta roba, tutto nell'assordante silenzio del vuoto cosmico. Il 3D migliore che si sia mai visto da sempre, una Sandra Bullock meravigliosamente palestrata, un Geroge Clooney di contorno che ci sta sempre bene e una regia clamorosa, con piani sequenza interminabili, adrenalinici, indimenticabili. La tensione mi ha fatto sprofondare nella poltrona, il film mi ha fatto sentire piccolo nell'immensità di quello che si vedeva a schermo. Tanta roba. Grandissimo Cinema. 2013 Odissea nello Spazio.

Come fai qui senza Nespresso Giorgè?

Restando in tema Kubrick stamattina invece mi sono visto nella comodità del DVD, Bronson, di Nicolas Winding Refn (il tizio danese che ha girato Drive). Cos'è Bronson? La storia del criminale psicopatico più pericoloso di Londra, uno che ha passato 36 anni in carcere, 34 dei quali in isolamento (dove si trova tutt'ora). Bronson è un viaggio all'interno della follia umana, del masochismo, della violenza. Vi ricorda qualcosa? Si, vi ricorda Arancia Meccanica. Ecco Bronson nè il seguito spirituale: un film duro, violento, spericolato in più di un'occasione. Refn gioca a fare Kubrick sia con la fotografia, fredda, sovraesposta, sgranata, con inquadrature maniacalmente simmetriche, che con la regia, priva di leziosismi ma che sa colpire duro quando vuole. Un Tom Hardy immenso, stratosferico. La sua migliore interpretazione di sempre. Vedetevi Bronson, tutti, subito, ve lo presto io.

Questa è la parte in cui il protagonista prova ad accedere per la prima volta a GTA Online

Mi fermo qua per oggi. Il problema di uno scrittore che ha avuto il blocco dello scrittore è quando finisce il blocco dello scrittore, perchè vorresti scrivere 450 mila cose e non riesci a fermarti....Poi ti ricordi che la gente di leggere si rompe il cazzo presto e ti fermi. Ma poi mica sono un scrittore...

Alla prossima, CIAUUUUUUUU!

venerdì 9 agosto 2013

Cineombrellone: "Now you see me" e "Gli Stagisti"


Di "Now you see me" non vorrei parlare troppo e infatti non lo farò. Il film è una cagata pazzesca di Fantozziana memoria, chiunque vada a vederlo meriterebbe di assistere alla proiezione inginocchiato sui ceci.
Sti quattro maghetti, illusionisti, ipnotizzatori, prestigiribirdigitatori che fanno le magie per rapinare tutto e tutti. Alla fine ne esce un'accozzaglia di scenette a metà tra Ocean's Eleven e uno spettacolo di Dynamo, solo molto più assurde, parecchio più assurde. Per spiegare tutta sta valanga di cazzate la scusa degli sceneggiatori è sempre quella:"ragazzi sono illusionisti, tutto quello che vedete non è vero"...Peccato che non basti a giustificare il milione e mezzo di buchi nella sceneggiatura.

Sapete che la metà del budget per il film è mia...Vero?

Di vero rimangono i dialoghi fortemente scemi, un Morgan Freeman svogliato e con la dentiera nuova, un Mark Ruffalo patetico invischiato in una ridicola storiella d'amore con l'insopportabile Melanie Laurent ed il resto del cast totalmente inutile, compresa la ritrovata coppia di Zombieland Eisenberg-Harrelson
Bruttissimo film, bruttissima storia, finale da fustigazione in sala mensa. Peccato perchè era girato da Dio, nonostante le circa 35 panoramiche a 360 gradi.


Ma passiamo alla parte bella: Gli Stagisti

Torna la premiata ditta Vaugh-Wilson dopo l'irresistibile Wedding Crashers e torna con una commedia non troppo intelligente ma da applausi a scena aperta.
Due rappresentanti sui 40 si ritrovano senza lavoro e con una serie di intrallazzi riescono a imbucarsi in uno stage estivo da Google al termine del quale, i vincitori, avranno un contratto a tempo pieno con l'azienda.
Partendo dal presupposto che la critica alle due generazioni protagoniste del film, i quarantenni e i ventenni, non è troppo accanita e non vuole essere eccessivamente pedante o bacchettona, tutto il film funziona, tutto, dall'inizio alla fine. Vuoi per il cast azzeccatissimo, vuoi per le gag intelligentemente comiche e mai volgari, vuoi per Owen Wilson e Vince Vaughn che insieme danno il meglio di loro (anche se stavolta non interagiscono l'uno con l'altro così spesso come in Due single a nozze). 
Il film fa ridere, ridere di gusto. 

Vorrei quel cappellino da Noogle e vorrei essere alto come Vince Vaughn (di sicuro quando entra in un posto la gente di ferma a guardarlo da quanto è alto)

Intendiamoci: ogni tanto si inciampa in qualche dialogo un pò zoppicante (più per i riferimenti strettamente americani, poco comprensibili per il nostro pubblico) e nel solito inciucio amoroso forzatissimo che agli AMERRIGANI se ce lo togli si fanno rodere di brutto.
E' tutto comunque circoscritto a pochissime sequenze. Il resto del film mette in piedi una storia oltretutto credibile, infarcita di citazioni irresistibili ma che non vuole mai strafare.
C'è pure la solita comparsata geniale di Will Farrell senza la quale nessun film di Owen Wilson, Vince Vaughn o Ben Stiller sarebbe  un buon film.
Insomma la prova che se ci si mette con la testa, in questo caso quella di Chris Vaughn che è produttore e sceneggiatore del film (nel tempo libero magari lo ha anche montato chi lo sa), si tirano fuori prodotti di qualità.
Andate a vederlo. Subito. Stasera.

P.S. I titoli di coda del film sono indubbiamente i più geniali mai pensati da una mente umana.

P.P.S. Dopo Gli Stagisti nessuna partita di Quiddich o condivisione su Instagram (da oggi ufficialmente Exchangeagram) sarà più la stessa.

P.P.P.S. Questo post lo sto scrivendo da un iMac...Capisco perchè lo usa soltanto il 2% della popolazione mondiale.

lunedì 29 luglio 2013

Hugo Cabret, Deadpool e il Videogioco della vita


Oggi tripletta di contenuti, che fa caldo e bisogna risparmiare le energie. E' tutto un pò più asciutto del solito così almeno non vi rompete troppo i cojonés a leggere le deliranti boiate del qui presente scassamaroni.

Dunque partiamo dal cinematografò: Hugo Cabret. Non è il classico film di Martin Scorsese, basti pensare che nessuno spara a nessuno e non si vede una goccia di sangue. Questo fece storcere il naso a molti ai tempi dell'uscita, più di un anno fa. Per me invece, Hugo Cabret, è uno dei punti più alti toccati dalla carriera del regista italo-americano e vi spiego brevemente il perchè. (Ovviamente considerando che non ho letto il romanzo da cui il film è tratto:"La fantastica invenzione di Hugo Cabret")
Hugo Cabret non è soltanto un film girato con una maestria ed una raffinatezza che pochi cineasti al mondo possono vantare. Non ha soltanto una delle più belle fotografie che abbia mai visto in vita mia. L'opera di Martin Scorsese è una favola senza tempo e contemporaneamente uno dei più grandi e poetici omaggi al Cinema che si sia mai visto in un film (una sineddoche al contrario in pratica).

Il film comunque mostra anche una delle prime partite della storia a "L'allegro chirurgo"

Perchè? Perchè il film racconta la storia di Hugo Cabret, questo ragazzino rimasto orfano che vive nella stazione di Parigi, dove cerca disperatamente di riparare un automa che è in grado di scrivere, trovato anni prima dal padre. Una volta riuscito nell'intento e "riscoperto" il talento di quel robot, il ragazzino scopre chi era il proprietario di quell'incredibile invenzione e lì comincia la magia del film.
Un omaggio commovente a George Mélieès (nel film un bravissimo Ben Kingsley), considerato il secondo padre del Cinema, dopo i fratelli Lumière na che, a tutti gli effetti, ne è l'unico e vero pioniere avendo inventato una tecnica senza la quale il Cinema non esisterebbe nemmeno: il montaggio. E allora Hugo Cabret, come dicevamo, diventa una vera e propria dichiarazione d'amore di Scorsese al suo mestiere, quello di far sognare le persone. 
Perchè lo scopo di chi fa Cinema era, è e rimarrà sempre questo. Far sognare le persone.

'nto culo a quei tre siti mafiosi che intascano mazzette per sparare epic quote ruffiani

Chiosa sul momento cinematograficò e riparliamo finalmente di videogame, che mica può diventare un blog sul cinema questo. Sembrerebbe scritto da una persona seria poi.
Deadpool The Videogame (QUI la recensione). A memoria è il primo videogioco su un super-eroe che non è un tie-in di un film su quel super eroe, il che è subito un punto a favore di High Moon Studios.
Breve e conciso: è un action con poche pretese, tanti avversari scemi da massacrare e qualche buon momento che però non rimarrà a lungo nella nostra memoria. Quello che conta però è che Deadpool fa letteralmente piegare in due dalle risate. Wade, il protagonista, ha un profilo da super eroe non proprio canonico, come i lettori Marvel più accaniti sapranno, e questo lo rende un tantinello irriverente...Andiamo così avanti per circa sette ore con battute sessuali squallidissime, insulti diretti agli sviluppatori, prese per il culo ai villain (volutamente scadenti) inseriti nel gioco e tutta una serie di citazioni, parodie e gag talmente trash da sentirsi male. Un "one man show"che resterà negli annali dei videogame. Una buon antidoto all'ultima porcata che ho giocato e di cui non ho ancora del tutto eliminato il saporaccio dalla bocca.

L'ultima parte di questo post la scriverai in seconda persona singolare perchè ultimamente nei blog di un certo livello si usa così e poi perchè la situazione richiedeva un tono più maturo del solito...Sòccoseserie:


Chiudiamo con quello che, a tutti gli effetti, è il videogame più importante della tua vita, in assoluto, EVA. Attenzione: non il più bello, il più importante, che è diverso.
Il primo Prototype, in tutta la sua rozzezza, ti era piaciuto abbastanza così il secondo capitolo lo attendevi proprio per vedere se tutte quelle buone idee, non del tutto sfruttate, avrebbero potuto portare un nuovo capolavoro del genere action/oper world.
Non avresti mai immaginato a cosa andavi incontro. Il tuo lavoro/passione/hobby di redattore ti portò ad essere invitato alla presentazione ufficiale del titolo, negli studi di Cinecittà, dentro una scuola di cinema. L'evento era incentrato sul legame tra cinema e videogame. All'inizio eri un pò titubante visto che Prototype non era esattamente un videogame dalle spiccate caratteristiche cinematografiche, a parte questo magnifico trailer il live action:


Troppo facile però con la canzone più bella della storia...

Comunque dato che si era a Cinecittà, si era organizzata una sessione di riprese di una live sequence ispirata al gioco. C'era un fottio di gente sul set tra attori, troupe, pubblico e giornalisti. C'erano tante persone...Tra tutte però incrociasti più volte lo sguardo soltanto con una. Non hai mai capito cosa fosse successo quel giorno, o forse si...Sicuramente della live sequence non te n'è più fregato niente in quel momento.
Non sapevi cosa sarebbe successo di lì a poco e ancora oggi non te lo sai spiegare precisamente. Sai soltanto che in quei momenti, in quel preciso contesto, non avresti mai immaginato di incontrare la donna della tua vita. Nonostante Prototype 2 poi venì fuori davvero come un gran gioco, lo ricorderai sempre e solo per questo motivo.

giovedì 25 luglio 2013

Gangster Squad: vorrei ma non posso


Ve l'avevo promesso ed eccola qui, la recensione di questo Gangster Squad, promettentissimo thriller, con un cast dellamadò, ambientato nella Los Angeles puzzolente e corrotta del dopoguerra, comandata dallo spietato boss Mickey Cohen (Sean Penn).

Dunque partiamo proprio da qui: Mickey Cohen, con l'appoggio di Chicago, ha preso il potere a Los Angelse...Racket, estorsione, prostituzione, scommesse, droga, tessere del PD ecc ecc
C'è però il solito detective capoccione, John O'Mara (Josh Brolin) che sta cosa non la digerisce e su sprono di un capo ancor più capoccione (Nick Nolte) forma una squadra di poliziotti incorruttibili per spodestare Cohen dal suo trono criminale.

Vi ricorda qualcosa? Esatto. Gangster Squad non è altro che Gli Intoccabili. O almeno vorrebbe esserlo, un tutto e per tutto. La storia è quella: c'è il Boss, il poliziotto incorruttibile, il vecchio saggio, il tizio delle minoranze etniche, il piccoletto che non usa violenza ecc ecc.
La storia è ripresa dall'immortale capolavoro di Brian De Palma e fino a qui ci siamo. Poi però la produzione fa: "Oh ragazzi da chi altro possiamo scopiazzare? Che videogames interessanti sono usciti ultimamente?" così probabilmente salta fuori qualcuno che aveva giocato al bellissimo L.A. Noire ed il gioco è fatto. Già che c'erano c'hanno buttato dentro pure un pò di L.A. Confidential e hanno accesso il frullatore.

Quando qualcuno si accorgerà della cinOfilia di Josh Brolin sarà troppo tardi...

Dunque, il punto è questo: Gangster Squad non è un brutto film, è soltanto un film che ha voluto volare più in alto delle sue possibilità e, probabilmente, con un cast diverso sarebbe stato molto migliore di come è uscito fuori alla fine.
Perchè, intendiamoci, un cast può anche essere stratosferico (Sean Penn, Ryan Gosling, Josh Brolin, Nick Nolte, Emma Stone) ma se quasi nessuno sta dentro al personaggio che interpreta allora hai fatto la più clamorosa delle toppate, buttando pure un sacco di soldi.
Pure un bambino capirebbe che Sean Penn non è Robert De Niro, che Josh Brolin è uno degli attori più sopravvalutati di Hollywood e a sto giro è fuori ruolo come pochi, che Ryan Gosling appena gli fai fare un personaggio diverso da quello di Drive o Solo Dio Perdona va in crisi, non ci capisce più una ceppa e sforna interpretazioni insignificanti come questa.
Insomma se il tentativo era quello di emulare Gli Intoccabili, Gangster Squad fallisce di brutto. Se invece si guarda come una pellicola a sè stante allora diventa un film godibile, girato in maniera splendida, con una fotografia mozzafiato ed un finale quantomeno divertente e spettacolare quanto basta.
Per il resto c'è uno Sean Penn perfetto (almeno lui) nei panni di Mickey Cohen ed una storiella senza guizzi, prevedibile come poche e abbastanza scopiazzata. Senza contare la retorica spicciola che ogni tanto fa "SETTETE!" e i dialoghi composti quasi esclusivamente da bottom lines alla David Caruso.

Saranno pure di più...

Ma a confronto di questi 4 sembrano i One Direction

Insomma una mezza delusione, pure più di mezza se vogliamo dirla tutta...Un'occasionissima sprecata (come giustamente ha sottolineato la freddissima accoglienza di critica e pubblico all'uscita nelle sale) con un mucchio di grandi nomi buttati allo sbaraglio per creare una cassa di risonanza intorno alla produzione ma di cui si salvano giusto Sean Penn e il regista Ruben Fleisher.

Nota di demerito per gli sceneggiatori, spocchiosi e copioni, che sicuramente da piccoli non hanno imparato il grande insegnamento che dice "Se copi dal primo della classe non sempre prendi il suo stesso voto".

La battuta d'uscita non poteva che toccare a Bob, che aspettava di dirla da almeno dieci minuti, non lo tiene più nessuno...Dai su, dilla ora così la facciamo finita che fa caldo:

"SIETE SOLO CHIACCHIERE E DISTINTIVO! CHIACCHIERE E DISTINTIVO!"

Oh a tenerlo ci hanno provato ma niente...

mercoledì 24 luglio 2013

GTAV: perchè Rockstar Games è Dio


Ogni volta che esce un gioco targato R* è sempre così: un evento. Si aspettano tutti che le cose cambino radicalmente, ovvio, perchè alla fine è proprio così che vanno le cose. Ogni santa volta. (si, pure con Bully che era una stronzata).
In questa generazione Rockstar ha dimostrato il suo immenso talento, annichilendo praticamente tutto e tutti. Breve recap sullo stint della grande R in questa gen?
Grand Theft Auto IV, Red Dead Redemption, L.A. Noir, Max Payne 3.
Basterebbero quei primi due giochi a far si che Hideo Kojima si impicchi nel bagno di servizio (Hideo, quello che frigna perchè il trailer di GTA5 spacca il culo a tutto).

E' inutile che fai il figo ciccio. STACCE!

E tralascio volutamente dei DLC che non sono stati DLC, ma veri e proprio giochi che a loro volta spaccavano il culo anche loro (Episodes from Liberty City e Undead Nightmare).
Rockstar rivoluziona sempre tutto. Mannaggia a lei.
Le altre software house fanno tanto per offrire prodotti sterili, vuoti e tutti uguali e lei insiste nel voler per forza creare il gioco definitivo. Ogni maledettissima volta.
Perchè se decidi di prendere San Andreas, di ampliarla e di toglierci tutti i personaggi e le storie idioti di GTA San Andreas per ficcarci dentro tre individui così, con delle storie così...Se decidi che durante il gioco puoi switchare dall'uno all'altro, anche durante le missioni, se permetti al giocatore di organizzare ogni singola attività e missione. Bhè allora vuoi proprio bene al tuo pubblico.
Creare un gioco del genere, a fine generazione, quando potevi tranquillamente uscirtene con un: "ragazzi noi sto giro passiamo la mano, ci vediamo su PS4 e XBOX One", allora significa che hai passione per quello che fai.
Che poi Rockstar non lo fa nemmeno apposta secondo me. Cioè loro non creano di proposito videogame che umiliano la concorrenza da quanto sono belli. Il loro obiettivo non è quello. E' che loro sono abituati da sempre a fare giochi così. Siamo noi che ancora non ci siamo abituati a tutta sta roba.
A noi ormai ci basta un Nathan Drake con la barba un pò più lunga che si porta appresso una ragazzina invisibile ai nemici per gridare al miracolo.

Le ferie quest'anno conviene prendersele dal 17 Settembre

Poi però Rockstar se ne viene fuori con un GTAV a fine generazione e sono tutti lì con la bocca aperta, stile Jessica Rizzo, a domandarsi come faranno a giustificare almeno 6 mesi di assenza da lavoro, scuola, palestra, centri sociali e quant'altro.
Qui si sta parlando di un videogioco che potrebbe tranquillamente racchiudere in se tutta l'essenza del concetto stesso di videogioco, una sorta di videogioco totale, come il calcio degli olandesi degli anni 70 ma senza treccine e senza quei calzoncini ridicoli.
Quello che fa più paura però è vedere Rockstar destreggiarsi con questa disinvoltura in mezzo alle attese spasmodiche e idrofobe dei fan, nonostante sia già riuscita nell'intento di creare quello che, probabilmente, è stato il videogame più bello di sempre: Red Dead Redemption (una cosa che io sinceramente non mi sarei mai aspettato visto che era il seguito spirituale di Red Dead Revolver, un gioco discretamente bruttarello).

Il bello però è che io qualche volta mi dimentico che il 17 Aprile esce GTAV e questo mi causa molti problemi. Succede infatti che io mi esalti pensando all'uscita di uno Splinter Cell Blacklist, di un Watch Dogs, di un Assassin's Creed 4....Poi però mi ritorna in mente quella data e mi si smonta tutto. L'esaltazione crolla a zero ed in mente ho solo lunghissime sessioni di gioco in cui entro in un mondo e mi dimentico del mondo vero.
E questo con GTA succede a tutti, non cominciate a rompere le palle con "io ho una vita vera, sfigato!" "ma esci e vai a figa invece di giocare a GTA che tanto sono tutti uguali"...

Insomma Rcokstar Games è Dio...Per questi e altri duecentosettantatremila motivi. GTAV venderà un casino, farà divertire milioni di persone e forse (dico FORSE) riuscirà pure a scalzare dal trono quel RDR che fino ad ora rappresenta il punto più alto della storia di Rockstar e dei videgiochi in generale. 
Chi obbietta gli facciamo passare almeno due notti nella zona cucina-cesso.

P.S. Non sono riuscito a prenotare la Collector's Edition di GTAV. Certo uno scatolone con dentro un cappellino da rapper negro sfigato e un borsello da checca non valevano 140 euro....Però cazzo era la Collector's Edition di GTAV! Ero già pronto col più accorato degli SHUT UP AND TAKE MY MONEY!

P.P.S. Nonostante pochi titoli possano far paura a Rockstar nella finestra di lancio di GTAV, i capoccia della grande R, anche stavolta, devono guardarsi le spalle e, almeno un pochetto, stare in ansia perchè comunque gli avversari non vanno mai sottovalutati. Soprattutto se, molto coraggiosamente, escono sul mercato prima di te:


BuHAhuAuhAHUUAHUAHuAHUahuAhuAhuahAUhauAHuAhAUhAUhauAHuAhaUhauAhuAhaUhauaHuAhAUhAUhAuaHuAhAUhauAHAUhUhAUahuAHUAhauhauAHUAhAUhaUhauAHuAhAUhAuahuAHaUhauahuAHuahaUhauaHuahaUahuAHAUhaUhauAHuAHauhaUhaUhauAHuahuAHuAHuahaUhauaHuAhaUhaUahuAhaUhauAHuahaUhauaHuahuAhAUhAUhaUahuAHuaHuAHuAhuAHuAHuAHuAHuAHUAhAUhaUhaUhauAHUAhaUhaUhaUhaUahuahuhaUhauaHuahauhauhauAhaUhauhauaHuaHAUHaUhAUHhaU!

lunedì 22 luglio 2013

Looper: gira gira fai una finaccia, però ti diverti


Regalatomi da mio fratello insieme ad altra robetta interessante, tra cui Gangster Squad (che non ho fatto a termpo a vedere quindi la recenZione è rinviata a data da destinarsi. Però in compenso arriva in tandem con un gioco a cui, guardacaso, somiglia un casino).

Dunque Looper: Nell'anno 2074 sono stati inventati i viaggi nel tempo, ma sono illegali, li usano solo i mafiosi per far sparire personaggi scomodi, visto che nella loro epoca non è facile nascondere un cadavere con tutti i cip di riconoscimento. Quindi fanno così: lo legano mani e piedi, lo incappucciano e lo spediscono indietro di 30 anni. Nel posto esatto in cui lo sfigato compare c'è un killer che lo spedisce all'altro mondo. Questi killer vengono chiamati Looper e sono gestiti da Abe, un tizio che viene dal 2074, mandato nella loro epoca per organizzarne i lavori. Lo sfortunato giunge con un carico di argento sulla schiena, che è appunto il compenso del Looper
Questi tizi sono dei killer che vengono appunto pagati per fare questo genere di lavoretti. Nonostante ciò il loro lavoro non permette proggetti a lungo termine, come te lo permetterebbe essere assunto in ministero. Dopo trent'anni di servizio, infatti, se i tizi del futuro vogliono dare il ben servito a un Looper, gli mandano nel passato proprio il se stesso del futuro. Uccidendolo, il Looper chiude il suo Loop ed ha 30 anni per godersi la vita, visto che è condannato a morte da se stesso.
Questo è quello che capita a John (Joseph Gordon Lewitt): solo che gli capita con molto anticipo. Il se stesso del futuro (Bruce Willis) però non si becca una fucilata in petto ma lo mazzola e scappa. 
Questo fa leggermente incazzare l'associazione criminale per cui paradossalmente entrambi lavorano, che comincia a dar loro la caccia.

Ehi Gordon! Così conciato potresti pure fare un prequel di Die Hard (non farlo Gordon!)

Messa così non è tanto semplice da capire, anzi l'ho semplificata anche troppo, visto che poi la trama si incasina ancora di più...Il bello di Looper però è che la trama si incasina senza incasinare il film, il che è un punto di vantaggio per lo spettatore che rimane in grado di seguire le fila del film fino alla fine.
Perchè quella di Looper non è soltanto una delle più ingegnose ed originali che si siano viste negli ultimi anni. Ma probabilmente, a parte Ritorno al Futuro (a.k.a. Dio), è il miglior film sui viaggi nel tempo, almeno il migliore che il sottoscritto abbia visto. EVA.
Intendiamoci, non è mica un film perfetto. Il protagonista non viene mai approfondito a fondo, anzi resta per tutto il film una figura abbastanza oscura, nonostante di lui si conoscano (anche se parzialmente) presente e futuro.
Joseph Gordon Lewitt è bravissimo, soprattutto a far sembrare credibili quegli appena 2-3 chili di trucco che gli sono stati applicati per farlo assomigliare a Bruce Willis da giovane. Il Bruce nazionale invece timbra il cartellino senza strafare, un pò come Francescone Totti: gioca da fermo ma la sua presenza si sente, nonostante l'età non gli permetta più di fare certe cose. Ma tuttavia lo script gliele risparmia intelligentemente.

Si, e io c'ho scritto Giocondo in fronte ve?

C'è poi una consistente parte del film che si dedica, ovviamente, alle ripercussioni che il presente può avere sul futuro, a scelte morali che sono tutto fuorchè retoriche e a momenti che colpiscono davvero duro, coraggiosamente duro.
La pellicola di Rian Johnson (praticamente un esordiente nel paese dei balocchi) ha poi il pregio di prendersi i giusti tempi, di accelerare e rallentare con tempismo, senza sballottare lo spettatore, dandogli il tempo di capire che cosa sta succedendo, il motivo per cui sta succedendo e quando sta succedendo. 
Tutto al momento giusto, senza bruciarsi niente.
Lo script evita anche abilmente di ridurre la pellicola ad un triste Me vs Me tra Lewitt e Willis che anzi si scontrano direttamente in ben poche occasioni.
Si arriva così ad un finale praticamente perfetto...Troppo buonista forse? Forse. Ma a mio modo di vedere perfetto per come si è evoluto rispetto alla storia portata avanti fino a quel punto.

La regia di Johnson? Fantastica, finalmente si rivede qualche primissimo piano nel cinema amerregano...(Anche se qui la maggior parte sono per Lewitt che deve essersi divertito un mondo a imitare le smorfie di Willis) Risoluta ma al contempo emozionante nelle concitate scene d'azione.
Effetti speciali anch'essi di qualità (anche perchè non se n'è abusato), soprattutto se si pensa che il film è stato realizzato con un budget non propriamente da blockbuster: appena 30 milioni di dollari. Solo in America ne ha incassati 8 volte tanti però.

'Ca nisciun è fess guagliò!

Insomma Looper è un capolavoro? No, però ci va dannatamente vicino. E' uno di quei film destinati a diventare un cult nel suo genere. Fortuna che ne fanno ancora di film così...
Troppo facile fare un Donnie Darko dove non ci si capisce un cazzo. Provate a fare un film come questo con un budget "da fame" e poi vediamo chi si copre di gloria. Eccheccazzo.

venerdì 19 luglio 2013

Una nuova, nuova Roma: che peggio di quella vecchia è impossibile

Dai famose du spaghi allora

Quando la prima parola che impari dopo Mamma e Papà è Roma, allora è logico che la tua fede calcistica è già segnata. Perchè se sei "de Roma" puoi tifare solo una squadra, quella che porta il nome della città. 
Se tifi quell'altra o hai qualche problema o hai avuto un brutto trauma, un pò come chi a Los Angeles tifa per i Clippers o come i thailandesi che mettono l'ananas sulla pizza. 
Insomma tifo Roma e me ne vanto, da sempre. Sempre e comunque. Come tutti i romanisti che hanno a cuore la Roma però sono sempre il primo a criticarla di brutto, soprattutto dopo un paio di stagioni vergognose come le ultime due trascorse e con la prossima che promette di seguirle a braccetto, giurin giurello.
Perchè chi ti dice "a Roma è a più forte, se c'hai da ridì sei da Lazio", è proprio uno che della Roma non glie n'è fregata mai una ceppa.

Quindi eccoci: dopo la figura di merda di due anni fa con Luis "Il bello" Enrique ed il suo gioco stile Barcellona (solo che il Barcellona ha Messi in attacco n.d.r.) e dopo il grande ritorno di Zdenek Zeman per quei quattro poveracci che "se volevano divertì" (solo che poi se so divertiti tutti tranne che noi) la grandissima società AMERREGANA che ti fa? Ti prende un allenatore vero stavolta? Uno coi coglioni che gli fumano? Uno alla Montella? Macchè.

Arriva niente meno che Rudy Garcia, direttamente dal Lille dove era riuscito, un paio d'anni fa, a vincere un campionato nonsisacome e che quindi è stato reputato idoneo a condurre questa terza rivoluzione giallorossa. 

Il nuovo allenatore della Roma fa l'appello prima dell'allenamento

Che rivoluzione sarebbe però senza un manipolo di nuovi rivoluzionari? Dato il ben servito al palo della luce Stekelenburg (che ogni commentatore lo pronunciava un pò come gli pareva e sta cosa lo infastidiva molto), salutato il giovane talento Maequinhos (pagato 4 e rivenduto a 35, che i difensori brasiliani vanno un sacco quest anno), e con altri nomi "illustri" in partenza: il dinamicissimo Pjanic, Osvaldo Depp e probabilmente pure "Core de Roma" De Rossi (che se non c'ha la maglia della nazionale addosso si dimentica pure come allacciarsi le scarpe), stiamo assistendo ad una campagna acquisti mica da ridere.

L'abbronzatissimo Pallotta ti ha già fatto sbarcare a Roma un redivivo Maicon, reduce da un anno comodamente seduto in panchina al Manchester City, un giovanissimo Jedvaj che dicono tutti essere un fenomeno (cosa che dicevano pure per Bojan) e probabilmente il giocatore più bello che abbia mai calcato un campo di calcio: tale Kevin Strootman, centrocampista proveniente dal PSV e capitano della nazionale olandese.

Regia abbiamo una diapositiva di Strootman?? "Cazzo sei sicuro? Non è meglio il link a wikipedia?
No! Datemi sta diapositiva cazzo!
"Aò contento te...Maurizioooooo, ha detto che vole a'diapositiva de Strootman"
"E' matto frascico"

Forse era meglio il link a wikipedia

Sono fottuto

Pensate sia finita qui? Macchè! In linea con la politica "Avanti i giovani" sembra essere in arrivo dal Napoli il giovane portiere esordiente Morgan De Sanctis, sempre che Julio Cesar accetti il trasferimento in quella bellissima città che è Napulè. Il portiere brasiliano sembra però LEGGERMENTE frenato, forse perchè vedendo Cavani, Hamsik e Lavezzi che venivano rapinati un giorno no e due si il giovanotto s'è messo un pò di timore...mha, stiamo a vedere.

Secondo le ultime indiscrezioni poi, sembra che la Roma stia puntano il colpo grosso: Alexis Sanchez, che al Barcellona lo stanno usando come appendiabiti e forse, quest'anno, potrebbe fare un pò fatica a giocare con continuità con Messi e Neymar. Vogliamo crederci? (no...) Massì crediamoci dai, dopotutto la nuova proprietà a stelle e strisce ci ha abituati a colponi di mercato come questi...Tra un Josè Angels e un Piris c'hanno messo in mezzo Bradley, David Bowie Balzaretti...Insomma tutta una serie di pippe al sugo notevoli.
In tutto questo è stato anche cambiato il logo del club, rendendolo uguale uguale a quelli tarocchi che si vedono sulle maglie delle bancarelle fuori allo stadio. Tutto questo su indicazione della Nike, che se metti gli diceva:"Sul logo dovete metterci Marco Columbro" quelli mica si facevano problemi...

Insomma vogliamo essere speranzosi per questa nuova stagione? Vogliamo crederci? Immagina, puoi.
Crediamoci va, tanto peggio delle ultime due stagioni non può mica andare...


P.S. Francesco Totti è alla sua centoquarantesima stagione in maglia giallorossa. "E' rimasto solo pe i sordi" dicevano..."Non c'ha avuto le palle de andà all'estero" dicevano..."Tanto è finito" dicevano (questa ogni anno da circa 6 anni)...Quello sta ancora lì con 217 gol sul groppone e con Piola nel mirino per diventare il marcatore numero uno della storia dell'umanità. 57 gol non sono niente per uno che dovrà condividere lo spogliatoio con Strootman e Taddei.

P.P.S. Nonostante i "cuggì" c'abbiano "arzato la coppa in faccia" nel derby più importante di sempre, di loro continua a non parlare nessuno. Io la butto lì: E' GOMBLOTTO!


Se poi ci si mette pure EA a non incularli di pezza però...

martedì 9 luglio 2013

SBEM! Beccateve questa!


Che uno dice: ma dopo il primo articolo in cui hai smerdato SUA MAESTA' The Last of Us ti hanno permesso pure di pubblicarne un altro? Non bastano i 200 e passa commenti dove ti mandano a cagare perchè non capisci un cazzo di videogame?

Evidentemente no. Anzi mi hanno chiesto di farne una rubrica...


E allora vai con gli altri insulti: "ah siete capaci solo di fare visite smerdando i giochi", "è solo un modo per fare qualche click in più", "siete dei troll di merda e le vostre madri fanno lavori poco rispettabili", "Il Tribe fa schifo, sicuro tutta la redazione vota PDL" ecc ecc....

Intanto continuate a leggere e a commentare gli articoli di questo povero stronzo, che quei click in più ci fanno comodo. Grazie.


P.S. Super Mario ha rotto il cazzo.

P.P.S. Uno dei giochi di punta di PS4 al lancio sarà Drive Club....CHI????

P.P.P.S. Ma se pago un piccolo extra posso lasciare il kinect alla cassa quando vado a comprare XBOX One?

domenica 7 luglio 2013

Hunger Games: perchè non è così anche il Grande Fratello?


Torniamo a parlare di film, di Hunger Gamers in questo caso. Questa pellicola di cui ho sempre sentito parlare un gran bene, di lei e dell'omonimo romanzo di Suzanne Collins, da cui il film è tratto. 
Ma io non leggo libri, è una lunga storia.

Dunque, piccola sinossi.:

In questa società del futuro, che ripudia tutte le guerre avvenute negli anni passati in cui i 12 distretti di Capitol City (la città più figa del regno) si sono ribellati all'autorità centrale, si organizza un'evento piuttosto "originale", per commemorare o, secondo la mia interpretazione, esorcizzare le assurdità della guerra.
Si organizza una specie di grande fratello. Si sorteggiano un giovane ragazzo ed una giovane ragazza da ognuno dei 12 distretti e li si butta in un gigantesco ecosistema virtuale, chiamato "l'arena".

Cosa devono fare i pischelli in questione? Devono ammazzarsi a vicenda finchè solo uno rimarrà in vita e verrà decretato il vincitore degli Hunger Games, questo il nome dell'evento che si svolge ogni anno...Ci sono altri diecimila particolari ma ve li andate a leggere su wikipedia che il background è lungo e pure parecchio interessante!
Continuiamo dicendo solo che la protagonista, Katniss (una bravissima Jennifer Lawrence), si sostituisce volontariamente alla sua giovane sorellina e viene affiancata dall'impauritissimo Peeta (un pessimo Josh Hutcherson) per rappresentare il 12esimo distretto (il più povero e sfavorito guardacaso) agli Hunger Games.

Il film, già di suo, gode, come dicevamo, di un background (ma quanto mi piace sta parola?) della madonna e di sviluppi che potrebbero essere ancor più entusiasmanti.
Tutta la fase di preparazione agli Hunger Games, la descrizione di questa spietata civiltà che gode nel vedere in diretta mondiale 24 ragazzi che si massacrano è di una bellezza sconvolgente. Lo spettatore rimane letteralmente soggiogato dall'abilità con cui ogni particolare di questo "mondo" è stato trasposto. Insomma tutto il contorno è qualcosa di eccezionale...E' la ciccia che, alla fine della fiera, risulta un pò stoppacciosa.
A parte i due protagonisti ed il loro ambiguo rapporto (reso molto bene va detto) il resto della compagnia è buttato lì un pò a caso, compreso il badass di turno, questo Kato che tutti temono...

Che non è il Kato interpretato da Bruce Lee...Di quello c'era d'aver paura davvero.

Il problema di Hunger Games è che risulta un film poco coraggioso agli occhi dello spettatore più smaliziato e assetato di sangue.
A parte la scena dell'inzio dei giochi, dove muoiono brutalmente gran parte dei concorrenti, si assiste ad una cavalcata di situazioni alla Rambo che non sfociano mai in uccisioni che lo spettatore ricorderà.

Il regista Gary Ross (che può essere ricordato praticamente per la sola sceneggiatura di Big), infatti, non si preoccupa mai di mostrare le uccisioni in tutta la loro spietatezza (cosa che sarebbe stata logica visto che il film è incentrato su questo) a opta più per un vedo/non vedo che poi alla fine è più la roba che non si vede e soprattutto per una serie di morti sceme, ma sceme forti (ma questa forse è più colpa dell'autrice del romanzo). 
Il fatto è che anche quando si vedono crepare dei ragazzi poco più che adolescenti, non si prova nessun tipo di compassione o pena o rabbia o malumore nei loro riguardi....Nessun personaggio crea empatia o antipatia verso lo spettatore, anzi, non si vede l'ora che crepino tutti il prima possibile per vedere come a finire la questione...Lo scontatissimo menage a trois fra Katniss, Peeta e Kato.
L'interessante concetto degli sponsor (aiuti in-game che i partecipanti più meritevoli ricevono durante i giochi) non è approfondito a dovere e alla fine non si capisce bene come funzioni.
Non si capisce nemmeno se questa arena in cui i ragazzi combattono è del tutto virtuale o meno, visto che gli "strateghi", che curano anche la regia del reality (pur percependo un solo stipendio, lo andassero a dire ai sindacati) sono in grado di creare digitalmente ostacoli, bestie affamate e altri pericoli e trasporli in tempo reale in questo pseudo-territorio.

L'arco comunque va un casino in questi ultimi anni, tra cinema e videogames non si ammazza più nessuno con una fottuta pistola.

Andiamo sui protagonisti: se la Lawrence è perfetta nel suo ruolo e ben presto ci affeziona a lei non si può certo dire lo stesso per quella faccia da Gasparri di Josh Hutcherson...Inutile dall'inizio alla fine nonchè dotato per circa 120 minuti della medesima espressione, come un novello Nicolas Cage.
Il film scorre via comunque in modo tranquillo, nonostante la pessima regia traballante di Ross e l'ancor più tremendo montaggio clippettaro firmato dallo sconosciuto trio Mirionne/Welfing/Capp
Ciò che però spreca più di tutti un ottimo script è il telefonatissimo finale, che vi spoilero perchè non mi fraga una ceppa: anche un morto di sonno capirebbe che alla fine i due eroi del distretto 12 riusciranno a farla franca. Non c'è UN MOMENTO UNO in cui uno dei due rischia di morire. Questa è la più grande debolezza del film: avere l'arroganza di basare la sua riuscita esclusivamente su tante buone idee.
Ma se poi a queste idee non gli dai un compimento ed uno sviluppo degno scoppiano in una bolla di sapone.

In definitiva...Un film da vedere? Certo che si, ma non aspettatevi un capolavoro, proprio no (pure se le premesse c'erano tutte). 
A me è piaciucchiato ma mi aspettavo, come detto, un film più cruento e coraggioso, come logico che fosse. Ma è pur sempre un film per teenager che devono scegliere tra questo e Twlight. Bhè lì non c'è gara e allora si che Hunger Games diventa un capolavorone.

P.S. Il prossimo 22 Novembre è in uscita il seguito: Hunger Games - La ragazza di fuoco. Mio livello di attesa: zero.

P.P.S. Come i libri, i film dovrebbero comporre una trilogia. Comunque sia è citofonatissimo il fatto che la vittoria di Katniss e Peeta farà scoppiare ancora una volta la ribellione e quindi la guerra in tutti i 12 distretti.

venerdì 5 luglio 2013

Stay hungry, stay foolish...STATV ACCUORT!


Questo post nasce dalla necessità di riportare sulla retta via, o almeno provarci, tutti quei poveri disgraziati che sono diventati schiavi di una moda incomprensibile. Soggiogati da un marchio che ha indubbiamente un appeal importante ma si preoccupa più di far presa sulle "tendenze" piuttosto che sul reale avanzamento economico.

In poche parole: vi spiego perchè, secondo me, se comprate un iPhone non avete capito un emerito cazzo.

Ok ok ne hanno già parlato in tutte le salse ma stasera non ho proprio un cazzo da fare e sono incazzato perchè non mi funziona bene Whatsapp. Avrò il diritto di sfogarmi no?

Dunque, iPhone 5. Ancora una volta, il miglior iPhone di sempre. Così recita uno dei tanti spot sboroni di Apple. Che a Cupertino il marketing lo sanno fare, gli smartphone un pò meno.
Perchè se fai un nuovo terminale di fascia altissima e per prima cosa lo realizzi con materiali più economici e scadenti del tuo precedente apparecchio, significa che vuoi abbassare i costi. Ma poi perchè non abbassi anche i prezzi?

Per merito di questi dementi qui sotto:

No, non è la fila per andare al cesso...O si?

Ma per carità, ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole. Se uno desidera uno smartphone da 729 euro (prezzo di listino dell'iPhone 5, che non verrà modificato per tutto il ciclo vitale del telefono, come ogni iPhone) è libero di comprarselo. Poi però è lo stesso che utilizza tutte le app free per non spendere 0.89 cent, ma questo è un altro, lunghissimo, discorso.

Ma andiamo avanti. Oltre al sistema operativo, che può risultare più o meno comodo a seconda dei gusti (io ho provato IOS per pochi giorni e trovavo alcune scelte del tutto incomprensibili. Alcune operazioni sembrano un tizio che gli prude l'orecchio destro e se lo gratta con la mano sinistra.)
Ma soprattutto. Cosa ci trova la gente in un OS che praticamente non ha innovato niente negli ultimi 4 anni?
Ma anche qui, soggettivo.
Continuiamo? Ma si, che i fan Apple quando gli fai notare che li stanno prendendo per il culo da anni sotto sotto ci godono. Essere presi per il culo fa figo.

Accessori: ogni iPhone uscito ha cambiato il proprio set di accessori. Così, se uno ha una gamma di accessori per il suo bel iPhone 4 (dock, caricatori per auto, supporti vari ecc ecc) , può fare un bel paccone e buttare tutto nell'indifferenziato, perchè tanto iPhone 5 monta il nuovo ingresso per connettore lightning.
Che vale a dire:"devi ricomprare tutto, coglione...La cassa è da quella parte. Grazie e torni a trovarci" (e state certi che il coglione tornerà a trovarli).

Vogliamo parlare della batteria che dura meno delle alkaline marca Ikea? No dai che li è come sparare sulla croce rossa e ho visto troppi possessori di iPhone rimanere senza batteria già alle 3 del pomeriggio. Di notte sento ancora le loro urla, non posso dimenticarle.

Andiamo di fotocamera, che ormai di telefonare non frega più un cazzo a nessuno. 
8 megapixel, full hd con tecnologia HDR di ultima generazione.
Il sito apple recita (testuale):
"La fotocamera iSight di iPhone 5 ha 8 megapixel e funzioni HDR ancora più evolute, così le foto che scatti hanno colori e toni migliori e risultano meno mosse. Anche se c’è poca luce, la fotocamera iSight scatta foto splendide e ricche di dettagli."

Ecco la foto ricca di dettagli anche se c'è poca luce:

Certo, Giuliano Ferrara con la barba a treccia con due camosci sul pianoforte non è il massimo come soggetto

Stessa soggetto, stesse condizioni di luce. Foto scattata con Nokia Lumia 920 (350 euro. Fotocamera da 8.7 megapixel con ottiche flottanti e stabilizzatore di movimento Carl Zeiss con doppio flash LED....SCUSSASE'PPOCO!)


Ma che il reparto video/fotografico di iPhone faccia cagare a spruzzo è una cosa risaputa fin dal primo modello. Dopotutto Apple non punta su quello. iPhone è uno stile di vita, un modo di pensare.
Un modo di pensare sbagliato, viene da pensare a me, dall'alto della mia ignoranza.

Perchè mi è ancora oscuro cosa porti un individuo a dissanguarsi per portarsi a casa un prodotto tecnologico di qualità palesemente inferiore, che non propone nulla in più rispetto alla concorrenza ed è incapace di fare passi avanti rispetto a se stesso. 
Trovate una differenza strutturale tra iPhone 4 ed iPhone 5. Il primo che dice Siri verrà crocefisso in sala mensa. Il primo che dice il navigatore integrato passerà una notte con Calboni nella zona cucina-cesso.

Perchè diciamocelo chiaramente. Per 730 euro Apple non vi propone NULLA di realmente superiore alla concorrenza, anzi, vi propina un prodotto inferiore ad un prezzo da denuncia penale....Ma con le straordinarie colorazioni NERO ARDESIA e BIANCO PERLA!
A Cupertino, in fondo, sono più impegnati a fare causa a Samsung ogni due settimane. Però le vincono tutte, che alla Apple oltre al marketing vanno forte anche in giurisprudenza.

Cosa posso dirvi di più? Che il processore dell'iPhone 5 è il meno potente tra gli smartphone di fascia alta sul mercato? Che ha una qualità ricettiva pari a una calcolatrice? Che quei tristoni che usano Siri per chiedergli le cose più idiote, tipo "Siri mi ami?" fanno veramente pena?
Che poi perchè insisto sul 5? Non comprate un iPhone e basta. Il correttore automatico tra l'altro è più irritante di Barbara D'Urso e perspicace come il figlio di Bossi.

Si è mica capito che il sottoscritto ha un Lumia 920 e pensa che Windows Phone sia Dio?

Anche per questo spot qui:



Insomma stay hungry, stay foolish....Switch to Lumia...O almeno non fatevi prendere per il culo. 
Rispettate il vostro cervello. Non fate come Fry...